21 novembre, Giornata degli Alberi
“Piantare alberi, su qualunque superficie del Pianeta possa accoglierli: è l’unica arma contro il disastro climatico”. È il monito lanciato da Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale di fama internazionale e direttore del Linv, International Laboratory of Plant Neurobiology all’Università di Firenze.
Piantare alberi è fondamentale: le piante legnose sequestrano anidride carbonica (CO2), emettono ossigeno, producono una traspirazione acquea che abbassa la temperatura ambiente, regalano ombra, trattengono con le radici il terreno. Andrebbero piantati da tutti, istituzioni pubbliche e privati cittadini, ognuno nel proprio spazio di competenza. Per incentivare questa operazione, in Italia circa una decina di anni fa è stata istituita la Giornata nazionale degli alberi, fissata per il 21 novembre di ogni anno, al fine di sensibilizzare la popolazione e le Amministrazioni alla piantagione.
Un albero per ogni neonato
Per la pubblica Amministrazione il 21 novembre è un’occasione utile ad aggiungere verde alla città o regione amministrata, spesso mettendo a dimora, soprattutto nei paesi e cittadine, gli alberi che una legge di quasi 30 anni fa (L. n. 113 del 29 gennaio 1992, Legge Rutelli) imponeva a ogni Comune di piantare per ogni neonato o neoadottato entro 12 (adesso 6) mesi dalla registrazione anagrafica. Addirittura, secondo questa legge, entro 15 mesi dalla stessa data, il certificato di nascita doveva riportare l’esatta ubicazione della nuova pianta… In realtà, non tutti i Comuni l’hanno effettivamente rispettata, ma la rappresentanza dei (pochi) virtuosi spazia da Nord a Sud, da Busto Garolfo (Mi) a Verona, da Bologna a Campi Bisenzio (Fi), da Camerano (An) a Palmariggi (Le), da Orsomarso (Cs) nel Pollino a Francavilla di Sicilia (Me), solo per citarne alcuni.
La legge è lodevolissima, soprattutto per l’intento di ripopolamento di terreni abbandonati di proprietà comunale, salvandoli dal degrado e dall’erosione e ricreando – nel tempo – un vero e proprio bosco o un parco pubblico. Basti pensare che dall’ottobre 2020 al 15 aprile 2021 sono stati messi a dimora, nella sola regione Emilia Romagna, 587mila alberi, il 60% dei quali è di specie autoctone, cioè naturalmente presenti nella flora della Regione. La giunta emiliano-romagnola ha infatti deliberato, nel 202, che nei successivi 5 anni avrebbe messo a dimora ben 4 milioni e mezzo di alberi e arbusti, uno per ogni abitante della Regione, quindi ben oltre il semplice “uno per ogni neonato”.
Con il risvolto più generale di aumentare la quantità di verde pubblico a disposizione dei cittadini ma anche dell’intero pianeta: com’è noto, gli alberi sono gli organismi più efficienti nel sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera, il gas imputato di condurre all’effetto serra e ai devastanti cambiamenti climatici ormai sotto gli occhi di tutti. Aumentare la loro presenza contribuisce ad abbassare la quota di CO2 dell’aria, mitigando l’effetto serra, e incrementa invece il rilascio di ossigeno, fonte di vita per gli organismi animali, uomo incluso.
Si spera che la legge venga sempre applicata (e in questo spetta a noi cittadini verificare che il nostro Comune vi adempia): se ne gioveranno i cittadini dei singoli Comuni, ma anche tutti gli altri Italiani!
Cosa può fare il privato
Anche i privati cittadini, senza bisogno di una legge che li obblighi, possono contribuire alla riforestazione dell’Italia, piantando alberi e arbusti nei propri giardini. Novembre è ancora un ottimo mese (tranne che in zona Alpi e Alto Appennino) per le piantagioni di specie legnose: il clima fresco e spesso piovoso riduce il rischio di mancato attecchimento da calore e siccità, e la pianta ha modo di stabilizzare le radici durante i 4-5 mesi di riposo invernale che seguono la messa a dimora, pronta a ripartire con la primavera successiva.
Attenzione alla scelta delle specie: preferite quelle tipiche della vostra zona, che danno le massime garanzie di successo, nonché di aiuto alla fauna selvatica (come rifugio, nido, cibo ecc.). Se invece optate per specie esotiche, prima di metterle in piena terra accertatevi che siano compatibili con il clima della zona.
In tutti i casi ricordatevi che un albero o un arbusto va seguito molto bene (irrigazione, concimazione, eventuali potatura e protezioni invernali) per i 12 mesi successivi all’impianto, dopodiché, soprattutto se è una specie autoctona, procederà quasi sempre da solo, senza più bisogno di assidue attenzioni.